Fatimah Hossaini

BIOGRAFIA DI FATIMAH HOSSAINI

Fatimah Hossaini, artista afghana-teheran, fotografa, curatrice ed espositrice. È la più giovane tra le prime 10 vincitrici del premio internazionale Hypatia che premia l’impegno nel campo della ricerca, dell’arte e delle professioni. Ha conseguito il Bachelor of Arts in Photography presso l’Università di Teheran, dopo la sua prima laurea in ingegneria industriale. Ha insegnato presso la Facoltà di Arte dell’Università di Kabul dal 2018 al 2019. Fatimah ha sostenuto con il suo lavoro i diritti delle donne e dei rifugiati su varie piattaforme nazionali e internazionali. Il suo lavoro racconta potenti storie di identità e femminilità in Afghanistan. Sebbene il colore e la passione siano i principali motori del suo successo nelle sue opere d’arte, è specializzata in Staged photography. Grazie alla sua passione e ammirazione per le arti, il suo lavoro è stato presentato ed esposto in mostre collettive e festival d’arte in Iran, Afghanistan, India, Turchia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Austria, Danimarca, Italia, Albania, Francia, New York e altri luoghi ancora. Inoltre, le opere e gli articoli di Fatimah sono stati stampati e pubblicati in pubblicazioni locali e transnazionali e promosse da BBC, Guardian, Aljazeera, LensCulture, TRT World, Bloomberg, Business Insider, Outriders, NRK, Sydasien, Art Present, Le Figaro Magazine, L’eclectique Mag, Chiiz mag, CIIN Magazine, Nytt Mag e molti altri. È fondatrice di Mastooraat Art Organization (fondata nel 2019), un’organizzazione artistica che promuove e sostiene sia la valorizzazione che la creazione dell’arte sotto lo slogan “arte, donne e pace”. Sostiene le artiste in Afghanistan, attraverso borse di studio e workshop, organizzando vertici sull’arte e la pace, curando mostre d’arte e partecipando a conferenze globali attraverso l’arte, la pace e il genere.

Fatimah Hossaini, Afghan-Tehran born Artist, photographer, curator and exhibitioner. She is the youngest among 10 first winner of the Hypatia international award which reward to the commitment in the field of Research, art and professions. She received her Bachelor of Arts in Photography from University of Tehran after her first bachelor in Industrial engineering. She Taught at art Faculty of Kabul University from 2018-2019. Fatimah has worked and advocated on Women and refugee rights on national and international platforms. Her work tells powerful stories of identity and femininity in Afghanistan. Although color and passion are the main drivers of her success in her artwork, she specializes in Staged photography. Due to her passion and admiration of arts, Her work has been featured and displayed in group exhibitions and art festivals in Iran, Afghanistan, India, Turkey, China, Japan, South Korea, Austria, Denmark, Italy, Albania, France, New York and more. Additionally, Fatimah’s works and articles has been printed and featured in local and transnational publications. and it has been featured by BBC, Guardian, Aljazeera, LenseCulture, TRT world, Bloomberg, business insider, outriders, NRK, Sydasien, Art represent, Le’ Figaro Magazine, L’eclectique Mag. Chiiz mag, CIIN Magazine, Nytt mag, Held collective and so many more. She is Founder of Mastooraat Art Organization (established in 2019), an art organization fostering and supporting both appreciation and creation of art, women and peace: supporting female artists in Afghanistan, through scholarships and workshops, organizing art and peace summited, curating art exhibitions and attending global conferences through art, peace and gender.

Testimonianza dell’artista

BURQA DIETRO IL VOLANTE

Le donne in Afghanistan hanno sempre dovuto affrontare le restrizioni della società, alcune delle quali sono profondamente radicate nella cultura dell’Afghanistan. Anche quando le donne vivono geograficamente lontane rispetto all’Afghanistan, ereditano in una serie di pratiche incorporate dalle proprie madri che le tengono legate ai luoghi d’origine alle loro tradizioni. Alcune possono scegliere di infrangere quei tabù e mettere in atto la vita che desiderano; altre invece non avranno mai la possibilità di godere della libertà che segnano.

In questa collezione viene mostrata una donna che rompe intenzionalmente i tabù, esce dall’ombra che l’ha sempre nascosta e sceglie di vivere la vita che più desidera: guida liberamente per le strade, si trucca e fa ciò che si sente. Eppure il suo orizzonte è limitato a quel mondo che essa stessa incarna nello specchio in cui è riflessa. Fuori dello specchio il mondo è diverso. In una società in cui è precluso alle donne mostrare liberamente la loro bellezza, la femminilità stessa è una sfida. Sono proprio la bellezza e la volontà di essere bella che la spingono cogliere la sfida e ad uscire dall’ombra che nasconde il suo coraggio e la sua bellezza. In questa collezione, viene mostrata una donna che vive fra le tradizioni e la modernità; una donna la cui bellezza è costretta all’interno dello specchio, mentre fuori di esso un burqa le coprirà il viso.

LA PERLA NELL’OSTRICA

In questa raccolta fotografica, di cui sono ancora in corso le riprese, sono stati ritratti diversi volti di donne afghane, in diversi luoghi tradizionali, con i loro abiti esclusivi. La loro bellezza e la loro femminilità vengono esibite come incorniciate in una vetrina delle differenti culture e tradizioni dell’Afghanistan. Questi soggetti peculiari, oltre a rappresentare una rottura dei tabù e dei cliché delle donne afghane con burqa, sono ritratti in modo provocatorio con abiti tradizionali regionali, per mostrare la bellezza delle donne e delle differenti culture dell’Afghanistan. Gli scatti insistono sugli sguardi calmi, timidi, civettuoli e femminili evocanti le bellezze nascoste delle donne afghane. Puntando sui contrasti di colore e sull’intensità degli sguardi, questa collezione cerca di evidenziare la bellezza della femminilità, in particolare delle donne afghane, proponendo una riflessione sul diverso volto delle donne afghane, solitamente viste come vittime o soggetti devoli. Verranno mostrati la bellezza, il potere e la resilienza delle donne afgane.

QUELLO CHE SONO, QUELLO CHE NON SONO

Questa performance fotografica è una storia di migrazione, genere e identità, con cui sono sempre stato messo alla prova. In questa esibizione ho indossato un burqa, sono scesa in strada e ho vissuto come una donna afgana per 45 minuti. Ho fatto questa performance in collaborazione con Tahmina Alizada a Mashhad, Iran.

Lascia un commento